L’automazione industriale rappresenta il nuovo paradigma industriale. Sempre più aziende in tutto il mondo stanno adottando l’automazione per trasformarsi in smart factories.
Ma quali settori sono maggiormente coinvolti? In quali paesi? E quali problematiche emergono dalla transizione? Esploriamolo insieme.
**Il panorama globale**
La robotica industriale è in crescita a livello globale, sebbene con differenze significative. Secondo i dati della International Federation of Robotics, nel 2021 c’erano in media 126 robot attivi ogni 10.000 lavoratori, praticamente il doppio rispetto al 2015.
Gli oltre 3 milioni di robot industriali attivi nel mondo sono concentrati principalmente nel settore automotive (32%), dei componenti elettrici ed elettronici (25%) e nella metallurgia (10%).
Dal punto di vista della distribuzione geografica, i paesi più automatizzati sono la Corea del Sud (932 robot ogni 10.000 lavoratori), Singapore (605 ogni 10.000), il Giappone (390 ogni 10.000), la Germania e la Svezia, con rispettivamente 371 e 289 robot attivi ogni 10.000 lavoratori.
Il divario con altri paesi è sorprendente: questi cinque giganti dell’automazione coprono il 78% delle nuove installazioni robotiche.
La media è di 13,4 robot ogni 1.000 lavoratori in Asia, 12,3 in Europa e solo 11,1 in America. In Asia si registra la crescita più rapida: in soli 5 anni la quota di robot è quintuplicata, passando da 49 a 246 unità ogni 10.000 lavoratori.
La Cina è il paese in più rapida evoluzione: dal 25esimo al 9° posto in soli 6 anni. Il Giappone, oltre a mantenere la sua posizione di leader, è anche il maggior produttore mondiale di robotica, con una quota del 45% del mercato globale.
**E in Europa?**
Anche nel vecchio continente le disparità sono notevoli. La Germania mantiene un vantaggio assoluto su tutti gli altri paesi europei.
Seguono Svezia, Danimarca, Italia, Belgio e Olanda. La Francia è al 16esimo posto, il Regno Unito al 24esimo, ma si prevede una crescita significativa a causa dell’abbandono di lavoratori stranieri post-Brexit e dei massicci incentivi statali.